martedì 15 luglio 2014
Recensione - Jin Yong
Una domenica di giugno, nella perdizione più totale dopo la grande delusione del Milano Matsuri, ci ritrovammo a passeggiare per Via Paolo Sarpi alla ricerca di un luogo dove colmare i nostri stomaci e dimenticare la nostra tristezza.
La nostra sexy guida milanese ci indicò questo luogo, apparentemente anonimo, dove avremo dovuto trovare la vera Cina.
Entriamo per trovarci in un altro mondo: locale piccolo ma con arredi sontuosi, tavoli con base girevole ed esclusivamente clienti cinesi, e questo la dice lunga su cosa potevamo aspettarci.
All'arrivo del menu i miei sospetti vengono confermati da una lista enorme, piena di cibi preziosi ed esotici, accompagnati da invitanti figure e didascalie, per cui tutta la banda si lancia a pesce.
Il cameriere certo non comprende appieno le nostre a parole, ma è comunque di grande conforto e ospitalità, per cui il servizio risulta piacevole e veloce, nonostante la freschezza delle pietanze.
Personalmente voglio mettere alla prova questo luogo, per cui ordino un antipasto di orecchie di maiale in insalata e un piattone di lumachine di mare piccanti, e devo dire che in entrambi i casi la cucina supera enormemente la mia fantasia: i piatti sono magnificenti, appetitosi e con un equilibrio lontano anni luce dall'untume che siamo abituati a considerare cinese.
All'assaggio, inoltre, anche i piatti dei miei commensali non sono da meno, valevoli ognuno alla sua maniera.
Alla cassa, come già avevamo intuito dal menu, i prezzi sono ridicoli, e ci viene fatto pure un piccolo sconto senza alcuna ragione apparente.
Il mio commento finale: il miglior ristorante cinese in cui io sia mai entrato.
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