mercoledì 30 gennaio 2013

Recensione - Gunther Stube



Conobbi questo locale per caso circa un annetto fa tramite i racconti di alcuni amici, e così mi venne voglia di visitare questo ritaglio di Baviera nel novarese. Ad oggi sono quattro le volte che mi sono spinto fino a Torrion Quartara per godere di questa preziosità, sempre con lo spirito di sperimentazione e di sfida che mi contraddistingue, provando abbinamenti di piatti e birre differenti, mettendo alla prova la cucina e l'ospitalità, mai rimanendone deluso.
Il protagonista di questa storia è il signor Gunther Klupfel, questo prodigo bavarese trasferitosi in Italia in tenera età poiché figlio di un direttore tecnico della Prinz Bräu di Carisio (questa mia informazione mi perviene da mio padre, che a quanto pare ai tempi frequentava le scuole medie di Buronzo con lui), il quale dopo il diploma alberghiero ha rilevato una trattoria per farne una Gasthof.
Il locale non è semplicissimo da trovare senza Google Map, d'altronde la viabilità novarese lascia sempre a desiderare, ma una volta trovato un punto di riferimento efficiente quale la chiesetta locale il procedimento si semplifica enormemente.

L'occhio cade immediatamente sulla facciata del locale, che a sorpresa si presenta con un'insegna scolpita nel legno e un simpatico faccione di un vichingo goloso di birra, caratteristiche che mettono già di buon umore il visitatore.
Una volta entrati ci si trova davanti a un bancone dove accomodandosi sugli sgabelli si può gustare quanto di meglio può offrire il locale in merito a bevande, dalle tipiche birre ai più classici alcoolici da bar. I sempre pronti locandieri permettono lesti di adentrarsi nella stube, che si presenta ampiamente ricoperta e arredata con legno di pino, dalle travi alle panche, rendendo l'ambiente rilassante, casalingo e confortevole.
Il menù risulta sottile ma intrigante, non si hanno moltissime birre o piatti, ma quelli presenti invitano senza dubbio con l'inconfondibile stile bavarese, dal gulash ai crauti passando per lo strudel; inoltre la sempre efficiente e gentile cameriera elenca solerte e sempre sorridente i piatti del giorno, ritemprandomi senza mezzi termini.
Il vitto giunge velocemente in relazione del fatto che è preparato sul momento, i piatti risultano generosi ma al contempo equilibrati, il tutto accompagnato da una signora birra. Insomma, un pasto davvero soddisfacente. Nota di particolare interesse è la torta Sacher, in questo luogo viene preparata dai gestori, e vi devo dire che il palato ne gode senza mezzi termini.
Prezzi onesti risultano alla cassa, se paragonati alla qualità precedentemente citata.
Nota particolare merita il sito internet, dove oltre a un'ampia gamma di informazioni compresa una biografia del proprietario si può trovare un moderno servizio di prenotazione online.
Il mio commento finale: assolutamente da provare.


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Risotto con la zucca



Il risotto è un piatto che mi ha accompagnato per tutta la vita e mi è rimasto nel cuore, dandomi sensazioni gratificanti ogni volta che ne mangio. Ad ogni modo è un piatto dalla realizzazione ottimale piuttosto complessa, occorre avere abbastanza esperienza per conoscere il tempo di tostatura del riso, la consistenza che deve avere una volta pronto, i tipi di ingredienti da usare, ma una volta acquisite con l'esperienza queste competenze assicuro un risultato strabiliante.

Ingredienti
-300 grammi di riso roma o vialone nano o carnaroli (mi riferisco a quest'ultimo nella ricetta)
-mezza cipolla bionda
-250 grammi di zucca cotta a vapore e ridotta in purea
-2 litri di brodo di fagiano
-50 grammi di burro
-sale
-pepe

In una padella capiente preparate un soffritto di cipolla tritata e una noce di burro, lasciandola imbiondire a fiamma bassa (un piccolo trucco è salare leggermente la cipolla per farle fare acqua). Aggiungete al soffritto la purea di zucca con un poco di brodo, e portatela a ebollizione finché non risulterà una crema piuttosto consistente. Mettete il riso in pentola alzando la fiamma e tostatelo per circa un minuto o due, premurandovi di mescolarlo bene. Sfumate con qualche mestolo di brodo e portate a cottura a fiamma bassa aggiungendo di tanto in tanto altro brodo. Non è necessario che tutto il brodo sia messo nel risotto, ho abbondato con le dosi in quanto a volte capita che il riso abbia più o meno umidità quindi che ne richieda maggiormente, sta al vostro occhio determinare le quantità giuste. Per fare ciò prendete come riferimento 16 minuti da quando avete messo il brodo, e poi assaggiate il riso: dovrà essere cotto sia fuori che dentro, e contemporaneamente avere una consistenza complessiva simile a una crema pasticcera appena fatta. Se il riso non fosse ancora cotto aggiungete piccole quantità di brodo e ripetete la procedura fino ad avvenuto risultato. Mantecate a fiamma spenta con poco burro e parmigiano, in quanto la zucca avrà già donato una consistenza cremosa, una grattata finale di pepe e il piatto è pronto.

L'opinione del goloso
A me piace dare un sapore un po' più stimolante a questo risotto, per cui aggiungo durante le prime fasi del brodo un paio di fette sottili di salame sotto grasso, che rilascia i suoi umori in cottura donando un gusto unico. 
Per i nostalgici invece consiglio, come facevano le massaie nelle zuppe, una crosta di parmigiano sul fondo della pentola, che in cottura si ammorbidirà donando sapore e risultando come un'ottima sorpresa a fine pasto.

Vino abbinato
Oltrepò Pavese Barbera frizzante, tipico della provincia di Pavia, intenso e vinoso, leggermente tannico, un vero vino di corpo.

martedì 29 gennaio 2013

Frittata di spinaci. Poiché anche il riciclo è arte


Nella mia cucina spesso avanzano degli ingredienti o dei piatti, e trovo sia uno spreco nonché un'offesa verso la cucina stessa non utilizzare anche questi "scarti" al meglio. Non vuol dire questo che i piatti di riciclo debbano essere arrabattati come zattere di fortuna, anzi forse sono proprio loro stessi che se ricreati in una veste stimolante per i sensi raddoppiano di valore.

Ingredienti
-6 uova
-150 grammi di spinaci già saltati con olio e aglio
-un pugno e mezzo di parmigiano grattugiato
-burro
-noce moscata
-sale
-pepe

In una terrina abbastanza capiente sbattete sei uova con sale pepe e un po' di noce moscata a piacere, aggiungete quindi il parmigiano grattugiato (che darà sapore e gonfierà la frittata rendendola carnosa e succulenta) e continuate a sbattere finché non otterrete un composto omogeneo e arioso. Inserite quindi gli spinaci cotti schiacciandoli un po' con una forchetta, o in alternativa tritandoli precedentemente se volete un composto più omogeneo, e mescolate.
In una padella di circa 30 cm di diametro fate sciogliere una noce piuttosto consistente di burro (non olio per carità, e abbiate la premura di non lesinare col burro, ungendo anche i lati della padella, o la frittata si attaccherà distruggendo il vostro lavoro), e quand'esso è bello caldo versatevi delicatamente il composto, assicurandovi di livellarlo con una spatola.
Abbassate la fiamma al minimo, coprite con un coperchio e lasciate cuocere lentamente, fino a che la parte superiore non si sarà solidificata a causa del vapore. La parte inferiore dovrebbe avere il colore della foto.
Ora viene il difficile, l'arcano del girare la frittata. Non abbiate timore di sporcarvi le prime volte, né di ustionarvi :) versate la frittata in un piatto, poneteci un altro piatto sopra, e con un lesto movimento invertite il verso della frittata.
Ponete nuovamente la frittata in padella e finite la cottura sempre coperta e a fiamma bassa.

L'opinione del goloso
Come potete vedere dalla foto ho arricchito la frittata di decorazioni appetibili sia per gli occhi che per la bocca, che consistono in una riduzione di aceto balsamico e alcune gocce di tabasco verde. Ovviamente va effettuata una scelta tra le due salse, certo non si possono mescolare, ma entrambe a loro modo fortificano il piatto donandogli quel quid in più che ritempra l'animo.

Birra abbinata
La Chouffe, birra bionda non filtrata delle Ardenne, leggera e fruttata con retrogusti speziati e di coriandolo, delicata ma con un gran cuore.


lunedì 28 gennaio 2013

Gamberi con salsa di alloro e zenzero



Ingredienti
-1 kg di gamberi interi
-un bicchiere di olio extravergine di oliva
-4 foglie di alloro
-un cucchiaio di zenzero in polvere
-sale
-pepe

Lavate e asciugate i gamberi, facendo in modo di tirare leggermente la testa ma senza staccarla. In una ciotola preparate la marinata unendo olio, zenzero e foglie di alloro spezzate, sale e pepe, avendo cura di  mescolare bene. Adagiate i gamberi in una vaschetta formando uno strato, spennellandoli abbondantemente con la marinata, e fatene più strati continuando col procedimento. Lasciate per qualche ora in frigo la vaschetta coperta di pellicola trasparente (più lascerete a marinare, più il sapore sarà intenso). In una larga padella ponete i gamberi con tutta la marinata, e accendete il fuoco a fiamma media, coprendo per 3/4 con un coperchio. In tal modo vi sarà buon calore nella padella, l'olio non schizzerà ma non cuocerete i gamberi a vapore. Una volta che i gamberi cambieranno di colore (circa 5 minuti per lato), toglieteli dalla padella e fate rapprendere la salsa a fiamma alta. Avendo tirato un po' la testa essa avrà riversato tutti i suoi umori all'interno della salsa, che risulterà molto saporita. Versate la salsa sopra i gamberi e servite caldi.

L'opinione del goloso
Mentre la salsa si rapprende, sgusciate i gamberi privandoli della testa e saltateli per 20 secondi dentro la salsa calda, il guscio rischia sempre di separare il condimento dalla polpa del crostaceo, mentre così facendo sarà un unico ensemble di piacere.

Vino abbinato
Friuli Isonzo bianco frizzante, tipico della provincia di Gorizia, acidulo e tannico per rinfrescare e pulire la bocca, oltremodo delicato per esaltare il sapore del gambero.

28-01-2013, si comincia!

Benvenuto visitatore nel mio modesto ritaglio dell'etere, questo è un luogo di passione, di estasi, di abbandono, ove la condivisione del piacere è d'obbligo, dove la mente si apre a nuovi sapori e il luogo comune scivola nel baratro del nulla.
Preparati per quel che leggerai, sii consapevole che proprio in quanto spazio di edonismo non v'è posto per moderazione, vi sono insulti, parolacce, bestemmie, e quant'altro possa ledere l'ominide comune, e sentiti libero qui di adottare a tua volta un linguaggio potente, di infamia, e di libertà, poiché non potrei esserne più entusiasta. Benvenuto ancora, nuova conoscenza, nel labirinto di loto.