martedì 27 maggio 2014

Milano Matsuri 2014


Finalmente torniamo con una recensione, dopo tanto tempo, di quello che avrebbe dovuto essere un notevole evento enogastronomico milanese.
Dopo un'allegra camminata della truppa per Milano, arriviamo in vista del piazzale della Fabbrica del Vapore, e lo sconforto coglie senza pietà sia il nostro gruppo che altri che stavano giungendo assieme a noi: la parte esterna come potete vedere dalla foto, è composta da una decina di gazebo semivuoti sotto una piazza devastata dal sole, per una temperatura media equiparabile a quella della superficie del pianeta Mercurio.
Ci mettiamo in coda, sebbene avessimo già i biglietti in prevendita (14,50 €) e attendiamo, fino a quando non riusciamo ad accedere all'interno dove la meraviglia per la location dall'enorme potenziale viene devastata dalla visione complessiva del manga festival, consistente in due, e ripeto DUE, bancarelle con dei manga, cinque vetrinette con del cibo finto e un palco in cui si stava svolgendo una conferenza sul pesce nei manga, conferenza naturalmente già iniziata sebbene nessuno fosse ancora entrato.
Dopo i dieci minuti netti di interesse per le anteprime di un paio di videogiochi, la noia ci devasta e proviamo a traslare all'esterno per poter assaggiare i piatti dei rinomati e boriosi chef, notando immediatamente dosi risibili a prezzi allucinanti (ad esempio, tre ravioli grigliati da venti grammi per quattro euro), nonché cibi confezionati, per una qualità d'insieme bassissima.
Non mancano inoltre spettacoli mal organizzati con quattro sedie in croce, teloni in nylon su palchetti da teatrino dell'asilo e una secchiellata di presunzione da parte dello staff.
Dopo un'ora abbondante il gruppo ufficialmente si devasta le conchiglie e abbandona quello che è certamente il peggior evento mai visto dal sottoscritto, per recarsi nel meraviglioso mondo della Chinatown milanese, di cui presto avrete una recensione interessantissima.

Il mio commento finale: la più bassa forma di evento truffaldino, summa suprema di intenzione lucratrice a scapito di poveri appassionati del Giappone. Da non ripetere nemmeno sotto tortura.

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